Jobs Act passa alla Camera con 316 Sì, presenti in aula la Metà dei Parlamentari per la Riforma del lavoro che potrebbe cambiare l’Italia
Il Jobs Act è passato alla Camera senza fiducia e con una giornata di anticipo rispetto alla tabella di marcia del Governo: a votare per il Sì 316 persone, con 5 astensioni e 6 voti contrari. Non hanno votato 260 parlamentari che hanno scelto di non entrare in aula per la votazione. Si tratta di Lega Nord, Sel, Movimento 5 stelle, Forza Italia e 40 deputati del Partito democratico, pensavano forse di fare ostruzionismo? Hanno pensato male visto che Renzi l’ha fatta franca.
Il prossimo step al Senato il 10 Dicembre, sembrano tutti pronti a fare al popolo italiano un bel regalo di Natale. Ma cosa cambierebbe se questa riforma dovesse passare?
Cassa Integrazione e Ammortizzatori sociali– Renzi Promette 1200 euro ai disoccupati tramite gli ammortizzatori sociali che verranno finanziati dalla scomparsa progressiva della Cassa Integrazione in Deroga, nascerà il Napsi: un sussidio di disoccupazione riservato a tutti coloro che perdono il lavoro e che hanno lavorato almeno 3 mesi, rientrano in questa fascia di persone anche coloro che hanno contratti di collaborazione a progetto. Non è ben chiaro a quanto ammonterà questo sussidio e quale sarà la sua durata, orientativamente dovrebbe durare la metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anno e fino ad un massimo di due anni per chi aveva contratti regolari o indeterminati e fino a un massimo di 6 mesi per chi ha contratti atipici. L’importo mensile partirà dai 1200 euro fino a scendere a 700 euro. Ce la farà? (Ma soprattutto tutti questi bei soldini da dove verranno pescati? Si massacreranno i datori di lavoro con nuove tasse?)
Licenziamenti senza reintegro ovvero l’eliminazione dell’articolo 18 per i licenziamenti economici, in parole povere in caso di illegittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo il lavoratore il dipendente non avrà più il diritto al reintegro ma a un semplice indennizzo economico. Sì a reintegro per coloro che vengono licenziati in maniera discriminatoria. In sostanza in tempi di crisi a lavorare non tornerà più nessuno e nessuno avrà più la garanzia del posto fisso, viste le fluttuazioni dell’economia. Qualche datore di lavoro potrebbe periodicamente approfittare di questi momenti per buttar fuori i propri dipendenti.
Contratti a tempo Indeterminato: saranno agevolati e più convenienti per i datori di lavoro e mireranno all’eliminazione di tutti i contratti di collaborazione e atipici. Il che presuppone forse il trasformare gli ultimi in contratti di lavoro a tempo indeterminato, ma chi può farlo di questi tempi? E soprattutto dove si andranno a prendere i soldi per poter coprire gli ammortizzatori sociali?